La Storia

In varie zone dell’abitato di San Zeno di Montagna si sono rinvenuti, in depositi argillosi o in superficie, materiali litici, che sono stati attribuiti al paleolitico medio e superiore, al mesolitico, al neolitico e all’età del bronzo. La zona era quindi di sicuro frequentata in epoche preistoriche.

In vari luoghi, sono state trovate tombe ad inumazione, per alcune delle  quali si può supporre l’attribuzione al periodo romano.

Solo a partire dal Trecento si riescono ad avere informazioni documentali della zona di San Zeno. Uno dei documenti più antichi, datato 1321, parla di un “sindicus”, tale Martinello del fu Benvenuto, il quale, in nome dell’intera comunità di Montagna, cede in affitto una parte del territorio ad alcuni notabili veronesi. All’epoca la famiglia dominante e presumibilmente “proprietaria” della zona era la famiglia Dal Verme. Lo si evince da diversi documenti datati tra il 1351 e il 1354 dove si parla di pascoli posseduti da questa famiglia sul Monte Baldo, mentre una pergamena del 1395 ci fa sapere che la proprietà dei Dal Verme veniva affittata a persone residenti nella comunità di Montagna.

A quest’epoca risale l’edificio più importante sul piano storico e artistico del paese, Palazzo Ca’ Montagna, che prende il nome proprio dalla famiglia che lo edificò, i Montagna, che qui possedevano terre ed erano legati ai Dal Verme e agli Scaligeri. L’edificio fu ampliato ed abbellito nel Quattrocento e nel Cinquecento. L’ultimo erede, Zeno, fu colpito dalla terribile peste del 1630, che mieté  molte vittime anche a San Zeno. Alla sua morte il Palazzo passò di mano in mano fino ad arrivare alla famiglia Castellani, da cui il Comune lo acquistò nel 1981, sottoponendolo poi ad un pregevole restauro.

Anche il nome del paese, che è mutato nel corso dei secoli, sembra essere legato alla famiglia Montagna. Da alcuni documenti risulta che un tempo si chiamasse Montagna di Monte Baldo; la denominazione Montagna ha due tesi: secondo la prima è la casata che ha dato il nome al paese, mentre secondo l’altra tesi sarebbe stata la famiglia a prendere il nome dal territorio (denominato appunto Montagna), sul quale aveva potestà. Solo agli inizi del 1800 il paese cambiò il proprio nome da Montagna di Monte Baldo in San Zeno di Montagna,  in onore del Santo, la cui devozione era stata diffusa in queste zone e sul lago di Garda dai Santi Benigno e Caro nell’alto Medioevo.

Finita la Signoria Scaligera, dal 1405 fino al 1797, anche San Zeno entrò a far parte della Repubblca di Venezia, nel Distretto della Gardesana dell’acqua. In questo periodo il paese aumentò progressivamente il numero degli abitanti, che però vivevano poveramente di agricoltura e allevamento, e divenne parrocchia nel 1530.

Nel 1796 giunsero anche a San Zeno le truppe francesi per combattere nella battaglia di Rivoli e, dopo la caduta di Venezia nel 1797, tutto il territorio seguì le vicende politiche di Napoleone fino al 1815, quando fu sconfitto dagli Austriaci, che subentrarono nel dominio delle nostre terre fino al 1866, l’anno della terza guerra d’indipendenza. Da allora anche San Zeno di Montagna entrò a far parte del Regno d’Italia.

Ma la vita misera di quel periodo spinse molti Sanzenati, tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, ad emigrare nelle Americhe.

Venne poi la prima guerra mondiale (1915-1918), durante la quale il Monte Baldo fu linea di trincea, come testimonia il forte di Naole, edificato sulle creste. San Zeno, per la sua posizione strategica, tra il lago di Garda  e la Val d’Adige, conobbe anni durissimi anche nella  seconda guerra mondiale.

Fino al secondo dopoguerra gli abitanti vivevano, nel paese suddiviso in contrade, quasi esclusivamente di agricoltura e di allevamento. Ma a partire dagli anni ’60 il turismo si fece largo tra i borghi di San Zeno, cambiando il territorio e soprattutto l’economia e diventando, con gli anni, l’attività prevalente nel paese.

Le immagini utilizzate in questa pagina fanno parte della collezione privata di cartoline antiche di Laura Modena

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